Red Bull si sta prendendo anche lo sci alpino
Cambiando ovviamente le regole dello sport
23 Gennaio 2025
La presenza di Red Bull negli sport invernali non è mai passata inosservata. In coerenza ad un’immagine inizialmente legata agli sport estremi o comunque più selvaggi e anticonformisti rispetto alle classiche attività sportive, Red Bull si era legata principalmente a snowboarder, poi sono venuti piloti freestyle di motoslitte, sciatori fuori pista, atleti di skeleton. Ora però la casa austriaca ha spostato la sua attenzione anche su sport invernali più tradizionali, anzi sullo sport invernale per eccellenza: lo sci alpino. La presenza del logo Red Bull nelle gare di Coppa del Mondo è facilmente rintracciabile su cartelloni pubblicitari, gonfiabili, caschi, tute. Senza contare come Red Bull sponsorizzi gli atleti più famosi e vincenti, oltre che essere entrata anche nel mercato delle attrezzature avendo sviluppato, in sinergia con lo sciatore Marcel Hirscher, Van Deer ovvero una marca di attrezzature per lo sci alpino.
Il takeover di Red Bull però non si limita solo ad una questione commerciale ma apre ad una rivoluzione ideologica. Per farla breve, Red Bull sta provando a prendersi lo sci alpino per cambiarlo e trasformarlo da uno sport in cui gli atleti competono singolarmente rappresentando una federazione, ad uno sport in cui gli atleti continueranno a gareggiare singolarmente ma rappresentando team privati. Una possibilità per tutti quegli atleti che non riescono ad ottenere deroghe tecniche e commerciali dalle proprie federazioni e sono di fatto costretti a cambiare nazionalità.
In Italia ad esempio si sta discutendo del caso di Lara Colturi, sciatrice italiana classe 2006 che ha scelto di rappresentare l’Albania, mentre in ambito maschile il caso più eclatante sul tema è quello di Lucas Pinheiro Braathen, sciatore norvegese vincitore della Coppa del Mondo di slalom speciale nel 2023, ritiratosi nell’Ottobre 2023 per contrasti commerciali con la federazione e tornato alle gare nell’Ottobre 2024 dopo essere stato naturalizzato brasiliano. In entrambi i casi si tratta di atleti sponsorizzati Red Bull ma più in generale, è in questo contesto di cambio di nazionalità che si è inserita l’azienda austriaca finanziando la preparazione di questi atleti e di conseguenza diventando il principale sponsor di piccole federazioni che di fatto si trasformano in team privati.
Lasciando da parte questa nuova tendenza sciistica verso il Player's Empowerment guidata da Red Bull, il fatto che venga coltivato un legame sempre più forte con lo sci alpino può essere letto come l’ennesima mossa fatta per creare un’immagine di sé che si allontani sempre di più dagli sport estremi. O comunque un’immagine meno selvaggia e più incline a canoni estetici eleganti. Un trend che si nota anche grazie ad altri esempi, come la partnership con Prada Linea Rossa che ha portato ad una serie di iniziative per unire innovazione, stile e sportswear.
È accaduto anche in Formula 1 con l'introduzione del marchio AlphaTauri, la casa di moda fondata dalla stessa Red Bull la cui mission è apportare estetica e stile al mondo dell’eccellenza sportiva. AlphaTauri che tra le altre cose è entrato anche nel mondo del calcio grazie alla collaborazione, per certi versi naturale, con il Red Bull Salisburgo. E proprio nel calcio risiede la prossima sfida stilistica di Red Bull ovvero la partnership con la famiglia Arnault, e quindi con Louis Vuitton, nella proprietà del Paris FC. Un progetto a lungo raggio in cui la casa di moda francese curerà la vision estetica e il posizionamento del brand, influenzando di conseguenza la brand image di Red Bull, mentre il lato sportivo sarà supervisionato da Jurgen Klopp.