
Avete mai sentito parlare della Umbro Cup?
La competizione organizzata dal brand nel 1995 per preparare l'Inghilterra agli Europei del 1996
14 Marzo 2025
L'estetica di Umbro negli anni Novanta era caratterizzata per lo più da pattern geometrici, una scelta stilistica che l'azienda britannica aveva deciso di mutuare da adidas. Con la maglia realizzata per l'Olanda in occasione degli Europei del 1988 e successivamente per la Germania in occasione dei Mondiali del 1990, adidas aveva lanciato il trend delle forme spigolose e geometriche nel calcio - introducendo il famoso template Ipswich. Un trend che Umbro ha sposato in pieno, e anche in maniera naturale dato che il logo dell'azienda è di per sé un pattern geometrico ovvero un losanga al cui interno è inserito un losanga più piccolo. Umbro applicherà questa visione nelle progettazione e nella realizzazione di tutte le maglie dei club sponsorizzati. In Italia gli esempi più lampanti di questa corrente sono le collezioni realizzate per Inter, Lazio e Napoli.
Tra le squadre sponsorizzate da Umbro all’epoca c’era anche la Nazionale Inglese ed è da questo legame che nasce la leggenda della Umbro Cup. Nel dettaglio si tratta di una competizione organizzata dalla stessa Umbro nell'estate del 1995 per permettere all'Inghilterra di prepararsi al meglio per gli Europei del 1996 che si sarebbero giocati in casa e che la nazionale dei Tre Leoni, avendo mancato la qualificazioni ai Mondiali del 1994, avrebbe disputato senza aver giocato una partita ufficiale in 18 mesi. All'evento oltre all'Inghilterra presero parte Svezia, Giappone (queste due sponsorizzate adidas) e il Brasile, all'epoca Campione del Mondo proprio con una maglia Umbro. Si disputarono sei partite in totale in cinque location differenti (Londra, Liverpool, Birmingham, Leeds e Nottingham). Alla fine venne stilata una classifica per decretare il vincitore, ovvero il Brasile, che nel corso del torneo sfoggiò entrambi i kit prodotti da Umbro.
La classica prima maglia gialla con dettagli in verde impreziosita da un pattern in rilievo che richiamava al logo della federazione, uno schema ripetuto anche per la seconda maglia blu e che sostituì il pattern visto ai Mondiali del 1994. In quel caso si era optato per le lettere CBF (acronimo di Confederação Brasileira de Futebol) in tridimensionale su due livelli sfalsati mentre lungo la maglia si sviluppava un pattern fatto di bandiere che garrivano al vento su cui compariva la scritta Brasil. Anche l'Inghilterra nel corso di quel torneo sfoggiò entrambi i kit, la classica maglia bianca Home e il tradizionale kit rosso come Away impreziosito da barre verticali in cui il ripetersi del rombo di Umbro offre una sensazione di ornamento. A completare il disegno lo scudo della Football Association che si ripete di tre in tre lungo una linea diagonale con uno schema in cui i tre scudi prima sono orientati verso l'alto e poi sono orientati verso il basso.
Il successo della Umbro Cup fu tale che Umbro ripeté l’esperimento anche nell’estate 1996 e nel 1997, sempre in Inghilterra, questa volta coinvolgendo squadre di club e ribattezando l'evento come Umbro International Tournament. Nel 1996 parteciparono Nottingham Forest, Chelsea, Ajax e Manchester United (tutte squadre sponsorizzate Umbro) mentre nel 1997 oltre a Chelsea e Ajax parteciparono Everton e Newcastle. Quest'ultima all'epoca era sponsorizzata da adidas ma si prestò all’evento indossando anche la patch Umbro realizzata esclusivamente per questi due tornei. Inoltre anche il pallone utilizzato per queste due edizioni richiamava all'estetica geometrica del tempo dato che venne utilizzato il classico pallone Umbro, bianco con i rombi neri logo dell'azienda. A riguardare quelle immagini è impossibile non provare un senso di nostalgia, di un calcio con più leggerezza.
Non fraintendiamoci. Lo spirito di quei tornei organizzati da Umbro era lo stesso che oggi anima gli organizzatori delle tournée internazionali ad inizio stagione: i soldi. Ad osservare gli highlights di queste partite però non resta quel senso di esotico e lontano che solitamente oggi si prova in estate mentre si recuperano i gol di un'amichevole giocata dall’altra parte del mondo mentre fai colazione o stai pranzando. Solo una casa di abbigliamento che per promuovere al meglio le sue produzioni in ambito calcistico organizza un torneo con le migliori squadre con cui ha un contratto di sponsorizzazione. Less is more, una regola che vale nella moda come nel calcio.