Who Wants Braids
Do the right thing
20 Settembre 2013
“I don't wanna be Michael Jordan, I don't wanna be Bird or Isiah. I don't wanna be any of those guys. You know when my career is over, I wanna look in the mirror and say: 'I did it my way!'” Parole di un uomo non comune, di un uomo che non poteva esserlo: parola di Allen Iverson.
Di lui parleremo, perché non si può trattare di cultura NBA e Americanismi senza dedicare più di qualche riga a The Answer; ma stavolta prendiamo spunto da Allen I per arrivare a…le treccine!
Un pò perché le sue sono le braids più famose dell’NBA, un po’ perchè sono le più particolari, ma soprattutto perché rappresentano appieno un modo di essere cosi maledettamente black incarnato alla perfezione dalla prima scelta dei 76 sixers col numero 3.
La nascita di questo particolare stile di capigliatura, ha infatti un’origine storica ben precisa: in America si racconta che gli schiavi neri che lavoravano nelle piantagioni, essendo obbligati a presentarsi a lavoro in modo ordinato, ed avendo come sappiamo una qualità di capelli particolare, abbastanza crespa, portavano queste treccine molto strette basate sulla tradizione africana.
Il passo da tradizione a moda si sa è brevissimo, gli afro-americans hanno cominciato a rivendicare le loro origini anche esibendo quello che è uno stile tutto loro. L’NBA scopre le “cornrows” con l’arrivo di The Answer ed in particolare con la sua partecipazione al Rokie Challenge 1997 dove il figlio degli Hampton presenta il suo talento e il suo look da Gangstar al mondo intero diventando istantaneamente icona di stile. Sul web, su di un sito di veri e propri adepti di Allen I, si possono trovare tutti gli stili della sua capigliatura e tutte le varianti delle sue famose treccine. Dalle classiche “Tight Line Rows”, quelle dell’esordio per intenderci, si passa alle “Trianged Braids” che Iverson espone in occasione di un tour nel suo quartiere natio, e successivamente alle varianti del tipo “Six Line Rows” o le “Snake Patter”e l’elenco sarebbe davvero infinito.
Seguirono poi l’esempio soprattutto “Big” Ben Wallace e Latrell Sprewell. Se un minimo ne masticate di NBA capireste subito che questi tre atleti hanno qualcosa in comune che non è semplice talento smisurato per questo gioco (ok, forse Wallace un pochino meno), questi tre sono pazzi, questi tre vengono dalla strada, hanno caratteri intrattabili.
Sprewell, stra-famoso per treccine davvero eccentriche, una volta, prese per il collo il suo allenatore, dopo aver alzato un pò troppo la voce, per poi andar via in auto con le ciabatte della doccia.
Se siano le “cornrows” a scatenare il gene della follia questo non è dato saperlo, certo è che esprimono un senso di libertà, di orgoglio, di strafottenza che è ben visibile dall’esterno, quasi una dimostrazione di forza celata dietro quell’acconciatura cosi particolare che le hanno reso un vezzo oramai molto utilizzato da tanti campioni : le portava Carmelo Anthony il giorno del draft, le aveva Chris Bosh per tantissimo tempo, Udonis Haslem e tantissimi altri.
Non possiamo però concludere senza aver citato due grandissimi del passato come Julius Erving e Dennis Rodman. Doctor “J” è stato il più famoso esempio di taglio afro sin dagli anni ’70, afro che è ovviamente il preludio alle braids più marcatamente anni novanta.
Dennis Rodman invece è semplicemente Dennis Rodman: non basterebbe un libro intero per descrivere tutte le sue acconciature, dalla pelata maculata, a quella arcobaleno, alle più sobrie treccine bionde , passando per l’arancione ed arrivano al toro dei Bulls disegnato su di uno sfondo rosso fuoco.
Ma questa, come diceva qualcun altro, è un’altra storia.