Here we go
Do the right thing
25 Ottobre 2013
Here we go, una nuova stagione di NBA è oramai alle porte, settimana prossima si ricomincia e gli interrogativi sono molti. Quello che certamente più interessa noi italiani riguarda le prestazioni che i nostri azzurri saranno in grado di fornire oltre oceano, ma i punti di cui poter disquisire sono tantissimi: Rose finalmente torna? E se si, come torna? Sembra bene. Kobe torna? Chi ferma LBJ ed i suoi? Il Barba insieme a Superman può far davvero la differenza? Che stagione aspetta OKC e i San Antonio Spurs? Come detto potremmo star qui a parlare per giorni, quindi diamoci na regolata e procediamo per ordine.
Accanto a queste questioni più prettamente tecniche poi, ci sono quelle che potremmo definire “cestistiche in senso lato” come ad esempio: chi comprerà le jersey a mezza manica dei Clippers e dei Warriors? La definitiva consacrazione di Jeremy Linn a Houston porterà sempre più giornalisti e tifosi asiatici in Texas, ora in tutta onestà: un asiatico in Texas? Suvvia.
A mio parere, ma io vivo di ansie e non mi godo il presente, la vera bomba della prossima stagione verrà sganciata al termine della stessa, a Carmelo Anthony e LeBron James scadrà il contratto ed il solo pensiero di un’altra estate passata a cercar di intepretare le voglie del prescelto mi da angoscia. Probabilmente se Miami vincesse il terzo anello di fila (leggi Record) il Re potrebbe abdicare con maggiore leggerezza, cosi come se le cose al Madison Square Garden non dovessero andar troppo bene, Melo abbandonerebbe la nave come preannunciato con largo anticipo.
Sono curioso, e con me penso 4/4 di NBA, di vedere cosa sarà in grado di fare Houston, ma ancor di più se qualcuno convincerà Harden a radersi la barba. Stesso interesse suscitato dai bambini terribili di San Francisco (Steph Curry mi inquieta realmente e non poco) , e dai papabili “Big Four” dei Nets.
In verità seguirò i Nets per macro-motivi:
1. Vedere se qualcuno finalmente rifila un cazzotto a Piece e Garnett.
2. Quest’anno il derby di NY potrà essere una delle cose più divertenti dell’anno poiché ai Knick quest’anno è arrivato quel Metta World Peace (nato Ron Artest) storico contender alla corona di trash-talker saldamente sulla testa di The Truth. Gli stessi siparietti dell’ex Celtics con Spike Lee sono cosa conosciuta in NBA, immaginatevi adesso che i due sentiranno aria di derby la cosa come si potrà far interessante.
Di Spike dovrebbe importarcene anche perché, con un altro italiano a Nueva York, il regista potrà ri-esibirsi nella sua personalissima interpretazione de “va tutto bene” per Spiky, riassunto nel gesto con le mani che noi comunemente utilizziamo per dire “ma che stai dicendo?” importato per esultare ai canestri di Gallinari, e diffuso poi in tutta America, e che potrà essere riutilizzato per celebrare le gesta del “Mago” Andrea Bargnani. In più torna in auge la sua famosa frase “Tutta l’Italia dovrebbe tifare Knicks, EVEN THE TERRONI”, che dire, grazie Mr.Lee.
Ci sarà poi la solita avvincente gara “a chi perde di più” fatta per accaparrarsi la miglior posizione possibile al prossimo Draft, quello che vedrà protagonista Andrew Wiggins, classe 1995 e futuro clone di LeBron, tanto che per lui si è già inventato il concetto di “Riggin for Wiggins”, e gli Utah Jazz hanno messo su un roster in cui Hanamichi Sakuragi sarebbe il go-to-guy.
Dato per assodato che Bryant tornerà più forte di prima, altrimenti non sarebbe Bryant, persistono i grossi dubbi legati alle reali possibilità dei Lakers, idem dicasi per l’altra parte di LA, in cui il solo Doc Rivers in panchina, non credo basti a far fare al team il salto di qualità necessario, cosa che comporterebbe “semi-automaticamente” la perdita di Chris Paul l’anno prossimo. Non un granchè le decisioni manageriali dei Denver Nuggets, ceduto Iguodala stanno cercando di disfarsi in tutti i modi di Faried, e solo Gallinari potrebbe non bastare (il fatto di aver preso Nate Robinson e tutto il suo smisurato armadio di scarpe di certo non aiuta).
Vi lasciamo nella speranza di un’altra entusiasmante stagione NBA, che ci faccia rivivere le stesse emozioni forti della precedente, ecco magari giusto un paio di cose si potrebbero evitare e ve le segnaliamo di seguito, magari qualcuno le legge:
1. Non invitare Justin Bieber alla partita dei VIP durante l’All Star Week-End.
2. Togliere a Jay-Z il permesso di fare da agente ai giocatori. Fa già troppe cose in America.
3. Mettere un paio di lenti, anche di plastica, agli occhiali di Westbrook.
4. Rendere un attimino più interessante e competitivo l’All Star Game, anche solo mettendo in palio una cena o uno shooting con Emily Ratajkowski.
5. Se pure quest’anno non fate vincere il titolo a Durant (e magari lo rivince LBJ) allora trovate un analista migliore di quello di Michael in GTA, altrimenti il ragazzo ci resta sotto ed è un peccato.