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Diadora & Serie A = A long love story

NSS - New Sport Side

Diadora & Serie A = A long love story NSS - New Sport Side

Pasadena. 17 luglio. 1994. Roberto Baggio calcia alto il rigore che condanna l’Italia alla sconfitta. Brasile campione del mondo.

Gli anni ’90 sono quelli comunemente associati alla cultura pop che coinvolge anche lo sport, quindi il calcio. I calciatori diventano le stelle degli spot pubblicitari, il concetto di sponsor si consolida nella realtà della Serie A e non solo. Di tutto ciò, Roberto Baggio è la massima espressione e con lui il suo sponsor: Diadora.

Quando Baggio calcia quel maledetto rigore, lo fa con gli scarpini neri e stemma giallo. Negli anni poi, Roberto Baggio diventerà il volto dell’azienda veneta, fino ad arrivare agli scarpini bianchi e azzurri dei suoi ultimi e illuminati anni al Brescia. Negli anni, una serie di campagne pubblicitarie memorabili scandiscono la partnership con il Divin Codino: dal tip tap ballato con Beppe Signori (e realizzato proprio alla vigilia del Mondiale Americano) al leggendario spot con Vialli, Weah e i leoni (leoni veri).

Quella della Diadora con i numeri 9 è una storia lunghissima, che parte da Van Basten, passa per la pantera della Liberia e arriva diretta a Pippo Inzaghi. Lo scorso anno Diadora ha realizzato una sneaker ispirata proprio alle scarpette del Cigno di Utrecht, le FS Vite, le N9000. Quel modello, insieme al S8000 e alla “Veloce” V7000 saranno al centro del progetto che Diadora sta portando in giro per l’Europa per la promozione di Sport 90, venticinquesimo anniversario del catalogo running 1990. Tra gli eventi, in Italia ci saranno celebrazioni a Milano e a Napoli, al London Store. Diadora ha poi realizzato anche una sorta di replica della tuta dell’Italia di Sacchi, quella che vestiva la meravigliosa maglietta con le serigrafie dello scudetto.


Il connubio tra Diadora e campioni della serie A è andato al di là dei suoi più famosi rappresentanti. Nel 2008, per i 60 anni del brand venne realizzata la Diadora LX K-Pro in una special edition per Francesco Totti, che legherà il suo nome alla freccia per diversi anni, dopo aver interrotto una decennale partnership con Nike – grazie anche all’accordo commerciale tra Roma e Diadora. Totti ritorna, fiero, dopo il pesante infortunio, a giocarsi il Mondiale tedesco.

In un pomeriggio stranamente caldo si presenta dal dischetto contro Scharzer, il portiere dell'Australia. Diadora ha la sua occasione di rivincita quasi personale contro un calcio di rigore. Da numero 10 a numero 10. Totti segna, e quel Mondiale finirà in maniera leggermente - ma incredibilmente decisiva - diversa da Pasadena.

Anche quello che è stato per qualche anno il suo gemello del goal, Antonio Cassano, è diventato uno dei principali spot per l’azienda, che ha voluto fare dell’ex giovane prodigio di Bari Vecchia il fulcro della campagnia di rilancio degli anni ’10. Cassano è la naturale continuazione genalogica dello spirito Diadora: fantasia al potere, sempre. Quando non c'è, puntare diritti sul carisma: quello di Panucci, di Stankovic. In ultima analisi, i bomber.


Durante i primi anni duemila Diadora alza il tiro, provando ad installarsi come uno dei principali sponsor tecnici del nostro campionato. Il 2003 vien chiuso con un volume di vendite di 300 milioni di euro, contestualmente arriva la firma sul rinnovo del contratto di Bobo Vieri, e il suo nuovo scarpino, l'Attiva gialla, interamente costituita di pelle di canguro.  

Se hai avuto a contratto Baggio, Totti e Van Basten, sei riuscito a personificare un'era. I favolosi anni '90 del calcio italiano, quelli dei miliardi, dell'arrivo delle stelle straniere, del Milan campione di tutto e delle tv private, hanno avuto come partner fisso Diadora. Oggi le cose sono cambiate: Nike e ed adidas calamitano l'attenzione globale vestendo Cristiano Ronaldo e Messi, producendo scarpini ultraleggeri, dai colori scintillanti e accattivanti.
Ma quando eravamo Re, con noi c'era Diadora.