I peggiori "kit clash" nella storia del calcio
I colpevoli non sono solo Milan e Inter
21 Novembre 2016
Quello tra Milan e Inter è stato un bel derby, una partita di livello, divertente, come da qualche anno non se ne vedevano a San Siro. C’è stato però un piccolo problema: dallo stadio, ma anche in tv, distinguere tra giocatori del Milan e dell’Inter non era così semplice. Le prime maglie che adidas e Nike hanno cucito addosso ai due team milanesi infatti, sono entrambe molto scure, e la scelta dei pantaloncini (bianchi per l’Inter e neri per il Milan) non ha aiutato i calciofili, abituati a vedere i Rossoneri completare la loro divisa con calzoncini bianchi, al contrario dell’Inter, habitué del nero.
Nonostante l’ira dei tifosi, e l’ironia di Twitter, non è la prima volta che la scelta delle divise ha generato quello che si definisce un “kit clash”, sulla cui esatta costituzione si continua a discutere (qui c’è un interessante approfondimento). Il caso più clamoroso è quello capitato nel 2012 tra Manchester City e Besiktas, quando durante un match amichevole, entrambe le squadre decisero di indossare divise in rosso (sfumatura più, sfumatura meno).
Meno grave, seppur inspiegabile, il clash tra Arsenal e Watford dello scorso agosto, dove la seconda divisa dell’Arsenal – zeppa di inserti gialli – proprio non si sposava con la storica divisa degli Hornets (chiamati così non a caso).
Il problema era ben più serio quando le televisioni tramettevano solo in bianco e nero. Una distinzione non netta, seppur evidente in campo, poteva costringere il telecronista a dire cose del tipo «For those of you watching in black and white, Spurs are in the all-yellow strip». Caos che diventava ancor più delirante con le regole della FA Cup, che verso la fine degli anni ’60 obbligava tutti a vestire la divisa da trasferta, causando danni enormi come questo:
Secondo regolamento, è l’arbitro che deve approvare le divise da gioco. In alcuni casi, questo non è successo. Il più famoso è quello del 1997, in cui il Chelsea arrivò a Coventry solo con la divisa blu d’ordinanza. Secondo l’arbitro quello era un “kit clash”, e i Blues furono costretti a giocare con la seconda divisa, a scacchi, del Coventry, avendo cura di oscurare con dello scotch lo scudetto degli avversari.
Premura che non fu necessaria tra Burnley e Crystal Palace. Secondo Kevin Stroud, arbitro del match, nessuna delle due divise del Burnley andava bene, così che entrambi i team giocarono con le divise del Crystal Palace – con risultati non proprio entusiasmanti.
La Serie A tuttavia non è nuova a problemi di questo genere: Juventus - Cagliari dello scorso settembre non è stato propriamente un elogio della diversità, nonostante nessun colore matchasse direttamente.