Il compleanno del Re
Lebron James compie 32 anni
30 Dicembre 2016
32 anni e non sentirli. O meglio, sentirli tutti, senza però avvertirne minimamente il peso. Mai come oggi, giorno del suo compleanno, LeBron James cammina a passo (e cuore) leggero, consapevole di aver già fatto la storia. La sua, con i record frantumati ogni notte e tutti i premi di MVP in tasca, quella di Cleveland, a cui lo scorso giugno ha regalato il primo titolo della storia, e quella della NBA, a cui ormai non resta che attendere e godersi lo spettacolo. Perché il fatto che King James faccia parte dell’olimpo della palla a spicchi statunitense, quello che comprende Kareem, Magic, Bird, Chamberlain e ovviamente Jordan, non è più in discussione ormai. Quello che resta ancora da vedere è quanto in alto riuscirà a spingersi The Chosen One, il Prescelto, rispetto ai suoi leggendari compagni di viaggio.
E dire che tutto stava per prendere una piega completamente diversa, visto che sabato 11 giugno, sulla sirena finale di gara 4 delle NBA Finals 2016, il punteggio nella serie segnava: Golden State Warriors 3, Cleveland Cavaliers 1. Ogni logica avrebbe suggerito un finale già scritto, con il titolo in back-to-back di Curry e compagni e la schiera di detrattori di LeBron pronta ad accogliere centinaia di nuovi adepti. Ma per il Re la logica non si applica, altrimenti non sarebbe la prima ala ad entrare nella top ten all-time anche per rimbalzi e assist, oltre che per punti. E la storia è andata come sappiamo, con the Comeback, the Block, the Shot e tutto il carosello di sudditi finalmente pronti a inchinarsi senza colpo ferire davanti al loro sovrano.
Perché se c’è una cosa che la vittoria dello scorso titolo ha portato a LeBron James, è l’accettazione. Dei tifosi, dei compagni, degli avversari, degli allenatori, dei media. Lui è il più forte giocatore di basket del pianeta, tutti lo sanno e tutti lo accettano. E nel giorno del suo 32esimo compleanno, mentre Cleveland sembra più che intenzionata di tornare alle Finals per il terzo anno consecutivo (sarebbe la settima, settima!, per LBJ), il Prescelto non da alcun segno di cedimento, anzi. I suoi passi non sono mai stati così decisi, il suo killer instinct mai così letale e la sua determinazione mai così ferrea.
Abbiamo quindi deciso di celebrarlo come piace fare a noi, con le immagini. In particolare (ma non solo) quelle di Sports Illustrated, che poche settimane fa lo ha nominato Sportsperson of the Year per il 2016, e che nel corso della sua carriera lo ha accompagnato di anno in anno con cover che sono destinate a rimanere nei libri di storia.