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More Than - Federico Baschirotto

Into the Wild

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Federico Baschirotto

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È ancora luglio, a Milano c’è un caldo afoso di quelli che si appiccica addosso mentre siamo in viaggio per andare a trovare uno dei giocatori nella sua fattoria di famiglia in provincia di Verona. Al nostro arrivo ad accoglierci c’è Federico Baschirotto, una scena insolita e che fa già capire che tipo di persona ci sia dietro quei granitici muscoli. Il difensore del Lecce ci accoglie infatti come fossimo gli amici di una vita, ci porta fieramente in giro per la sua tenuta ma soprattutto ci serve il pranzo, sistema la tavola e taglia il salame, gesti semplici che sottolineano la sua grande umiltà e la voglia di darsi da fare. Un uomo del popolo, proprio come si è più volte definito durante questa giornata in campagna: “sono un ragazzo umile anche se magari ad un primo sguardo può non sembrare. In campo trasmetto grinta e voglia, un po’ mi trasformo ma fuori sono un po’ come tutti, una persona normale a cui piace stare in compagnia, scherzare e ridere. Un lato che non tutti vedono e credo sia anche questo che mi ha aiutato ad avere questo exploit, sono un ragazzo della gente.”

Il nostro incontro comincia nella sua tenuta Azienda Agricola Baschirotto F&F, quella dove Federico si rilassa e stacca la spina dopo una stagione passata lottando e correndo nei campi di mezza Serie A, dove si è consacrato sia in campo che fuori. Nell'ultimo anno ha attirato su di sé molte attenzioni, Fabio Caressa ne ha elogiato le qualità fisiche e tattiche in ogni sua trasmissione, arrivando addirittura a dire di preferirlo ai più grandi difensori. Parole che non sono passate inosservate e che hanno contribuito ad alimentare la popolarità di un giocatore che ha pochi eguali, sia per il suo aspetto che per le sue qualità umane, così lontane dallo stereotipo del calciatore di Serie A diventando quindi un perfetto protagonista per il nuovo episodio di More Than.

Che Baschirotto non sia un calciatore come tutti gli altri lo si capisce subito, quando invece che di macchine sportive parla di trattori elencandone le qualità. “Sono cresciuto qui in azienda con i John Deer, quindi questo è il mio preferito. Un modello che mi piace molto di più rispetto agli altri”. Nel mondo del difensore del Lecce quindi non contano le macchine di lusso, gli orologi o altri oggetti di lusso, ma quelli semplici della sua quotidianità lontano dal pallone. E non basta dire che Federico Baschirotto sia umile poiché ciò non renderebbe giustizia alla sua spontaneità che lo rende una persona, prima che un calciatore, unico. Un ragazzo che sa apprezzare il mondo della moda, lo si vede da come si muove nei completi eccezionalmente tessuti per lui e il suo fisico, cosciente anche dell’impatto che ha avuto nel mondo del calcio: “il mondo della moda mi affascina, mi intriga anche perché ad oggi la moda ha un impatto abbastanza importante, anche nel calcio.”

Baschirotto è infatti perfettamente a suo agio al centro dell’attenzione, anzi è un modo per motivarsi e dare sempre di più: “sono una persona che cerca e vuole la sfida, non mi fa paura adesso tutta l’attenzione. È proprio ciò che voglio, un duello, voglio combattere per dimostrare a tutti che posso farcela, qualsiasi obiettivo ho nella mia testa posso portarlo a termine. C’è anche chi pensa che io non possa fare più di quello che sto facendo e per me tutto ciò è solo uno stimolo. È tutta una sfida posso e voglio fare ancora meglio”. Un modo per rendere orgogliosa la propria famiglia, che da sempre lo sostiene in ogni sua iniziativa fin da quando era bambino. Girando per la cucina della fattoria Baschirotto prima del pranzo, dove ci ha ospitato e dove successivamente lo fotograferemo, è impossibile non notare sparsi qua e là cimeli, ritagli di giornali e memorabilia di Federico. Una conduzione familiare che ha definito la sua intera carriera, dalla Serie C fino alla chiamata in nazionale, e che ha condiviso con i suoi quattro fratelli. Il calcio infatti è un affare comune per i fratelli Baschirotto, due dei quali si occupano dell'azienda e supportano gli altri due in ogni modo possibile, anche solo indossando i loro pantaloncini in campagna.

Nonostante tale sostegno, il suo non è stato un percorso facile, senza aver mai avuto la strada spianata, ma è un monumento all’etica del lavoro e alla forza di volontà. È proprio lui a spiegarci come ci siano stati momenti nei quali, nonostante la sua profonda dedizione, ha pensato di non farcela. “I momenti difficili sono stati tanti, ogni anno di questa cavalcata che mi ha portato in Serie A ci sono stati periodi particolari. Però sono riuscito a reagire tramite la voglia e il credo che ho anche adesso di arrivare e mantenere la Serie A. Quindi anche se ho avuto questi bassi non ho mai perso di vista il mio obiettivo, il mio sogno nel cassetto, anzi quei momenti difficili a volte mi davano ancora più forza nell’andare avanti. Per me i momenti difficili sono sempre stati uno stimolo per arrivare dove sono ora e dove magari vorrò arrivare domani, perché non mi pongo limiti.”

Tutti frammenti attraverso cui Federico Baschirotto ha costruito se stesso e la sua persona, raggiungendo traguardi che erano chiusi in un cassetto che a volte sembrava serrato, e che pensava che neppure forzando si potesse aprire. Eppure alla fine ha ribaltato ogni possibile aspettativa o pregiudizio grazie al suo entusiasmo prorompente e contagioso che dimostra anche durante lo shooting. È lui stesso infatti a prendere le galline, gestire l’asino e organizzare gli spostamenti nella sua enorme tenuta.

 

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Full look VALENTINO.
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Full look VALENTINO.
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Full look TOMEVE’S.
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Jacket, shirt and tie TOMEVE’S, jersey U.S. LECCE-M908.
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Jacket, shirt and tie TOMEVE’S, jersey U.S. LECCE-M908.
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Full look SALVATORE FERRAGAMO.
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Full look SALVATORE FERRAGAMO.

Questa voglia di mettersi in gioco, di non accontentarsi mai ha trovato in questa stagione il suo traguardo azzurro. Un sogno che anche lui non aveva mai davvero accarezzato, nonostante qualcuno lo avesse predetto. “Ti do uno scoop che non sa nessuno, Corvino mi chiamò e mi disse: «Baschi vieni a Lecce che arriverai in Nazionale». Io mi misi a ridere, io ho detto prima devo pensare ad esser titolare e a giocare, dopo chissà. Infatti devo ringraziare Mister Baroni, mi ha dato fiducia, così come tutta la società, dal presidente allo staff fino ai compagni. È stato un cammino pazzesco, se avessi saputo che sarebbe finita così ad inizio anno avrei firmato col sangue.”

Quando questo sogno è diventato realtà neanche lui ci credeva: “alla chiamata di Mister Mancini sono rimasto sorpreso, non avevo capito nemmeno chi fosse al telefono, non me l’aspettavo. Insomma avevo il cuore a tremila. Arrivare in azzurro è inspiegabile, sono emozioni indescrivibili, ti fai mille domande chiedendoti se sia tutto vero. Ricordo che in quel momento ho abbracciato il mio procuratore che mi ha detto subito festeggiare, siamo andati a bere una bottiglia di vino. Ne avevamo uno in arretrato della salvezza con il Lecce, quindi abbiamo unito le due cose. Qualcosa di doveroso, il mio procuratore è lo stesso di quando giocavo in eccellenza e oggi siamo arrivati all’Olimpo quasi. Vivere questa emozioni ti segna.”

Quella in campagna è una vita parallela, non mi sono mai staccato da quelle che sono le mie origini, in primis perché avrei fatto un torto prima a me stesso e poi alla mia famiglia. Lasciare questo lavoro che mio padre ha coltivato per anni insieme alla sua famiglia è un dispiacere, perché lui ha creato tutto questo per noi.
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Quella in campagna è una vita parallela, non mi sono mai staccato da quelle che sono le mie origini, in primis perché avrei fatto un torto prima a me stesso e poi alla mia famiglia. Lasciare questo lavoro che mio padre ha coltivato per anni insieme alla sua famiglia è un dispiacere, perché lui ha creato tutto questo per noi.
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Mi spiace se qualcuno stava aspettando una formula magica ma non c'è nessun segreto, nessuna scorciatoia dietro al successo di Baschirotto. Oggi abbiamo avuto la conferma che la sua strada è pavimentata solo da duro lavoro, disciplina e umiltà. “Il segreto potrebbero essere le mie origini, la mia famiglia dove sono nato e cresciuto. Qui ho imparato il lavoro ed il sacrificio, partendo poi anche nel calcio dal basso, questa crescita mi ha aiutato a diventare mentalmente forte.” spiega Baschirotto, che ogni estate torna qui per non dimenticare mai le sue origini. Quello infatti dove abbiamo passato una giornata è un luogo magico, una fattoria fondata dal nonno del calciatore, Graziano, che decise di aprire la propria azienda seguendo la passione tramandata di generazione in generazione per l'allevamento e l'agricoltura. Tradizione portata avanti ora insieme all'aiuto della moglie Giuliana e dei due figli Filippo e Fabio, con Federico Baschirotto che ancora oggi definisce una parte di sé: “È una vita parallela, non mi sono mai staccato da quelle che sono le mie origini, in primis perché avrei fatto un torto sia a me stesso che alla mia famiglia. Ero quasi in dovere di dare una mano, la mia famiglia mi ha sempre aiutato in tutto non facendomi rinunciare mai a niente, quando riesco torno sempre a dare una mano. È un piacere per me prima di tutto. Io ho sempre vissuto nella terra, nella polvere”.

Restando con i piedi ben fissi per terra, magari in un paio di stivali da lavoro, è più facile mantenere una prospettiva sul mondo del calcio e verso gli ultimi anni vissuti di corsa, tra la Serie A, la Nazionale e la fattoria. “È un rapporto molto particolare il mio con la terra. Quando vengo qui per aiutare mio papà, penso che sia questo il vero lavoro. Quando magari vado in palestra un po’ prima o torno a casa dopo l’allenamento penso sempre sia una vacanza. Tornare a casa, vedere la terra, vedere le pannocchie, ripensi a quello che facevi, alla fatica e tutto il resto, svegliarsi alle 5, quindi quando sono in campo penso solo a divertirmi, per fortuna.”

Photographer: Claudia Ferri
Stylist: Mirko De Propris
MUAH: Cinzia Trifiletti
Photographer Assistant: Federico Tribbioli
Stylist Assistant: Vittoria Veneruso
Interview: Emanuele D'Angelo

 

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Full look VERSACE.
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