Sette buone ragioni per innamorarsi di Mario Yepes
Il pirata colombiano che abbiamo amato in Italia, e non solo
19 Dicembre 2018
Yepes è passato in Serie A e forse qualcuno neanche se ne è accorto. Tra il 2008 e il 2010 è stato uno dei tanti difensori anziani transitati per Verona, sponda Chievo. Schiacciato tra un Dainelli e un Gamberini, la presenza di Mario Yepes si è persa tra le pieghe di una storia fatta di pareggi brutti e difese a oltranza; il colombiano era uno dei tanti, eppure più di altri ha lasciato impresso il suo ricordo a Verona, nonostante sia rimasto al Chievo solo due di stagioni. Conquistando sempre la salvezza, ça va sans dire.
Di Yepes si è parlato poco, anche se poi ha messo a referto anche 62 presenze tra Milan e Atalanta, ma forse anche perché a lui non piaceva troppo mettersi in mostra. “Lasciava parlare il campo” è la frase più abusata in questi casi. Per lui invece parlava il volto. Guardatelo, Mario Yepes: i capelli lunghi (anche se ora li ha tagliati) e la barba da bandito, lo sguardo sincero da vicino di casa che ti augura buona giornata chiudendosi dietro la porta di casa e pensando al prossimo attaccante da fermare. Chi non vorrebbe avere Yepes come vicino di casa?
C’è più di una ragione per innamorarsi di lui, e ovviamente ci innamoriamo di lui troppo tardi, come accade nelle più grandi storie d’amore: non sapevamo ci sarebbe mancato così tanto, le cose le apprezzi solo quando le perdi e altre ovvietà. Ecco allora un breve manuale d’amore per tutti gli Yepes lovers:
Djibril Cissé vs Mario Yepes, 2004 pic.twitter.com/JZdGeL6hKh
— nss sports (@nss_sports_) 23 novembre 2018
#1 Ex punta
Da giovane Yepes era un attaccante, gli piaceva segnare e quando parla di questa cosa diventa triste.
È stato progressivamente spostato indietro in campo, prima da terzino, poi da difensore centrale. Certo, dovrà ringraziare sempre Reinaldo Rueda, che lo convocò in Under 20 da difensore. Però lui voleva giocare in attacco e nelle partitelle continuava a farlo.
#2 Goal vs Lecce
Qualche anno fa il Milan è sceso in campo a Lecce e la partita si era messa piuttosto male. Sotto nel punteggio per 3-0, i rossoneri erano riusciti a rimontare lo svantaggio grazie a una tripletta pazza di Boateng, che aveva portato Tiziano Crudeli a lanciare il suo iconico “BOA TENG-TENG-TENG”.
Fatto sta che la partita sarebbe rimasta inchiodata sul 3-3, se Yepes non avesse incornato il cross di Cassano dalla sinistra, ricordando all’improvviso il suo passato da attaccante.
#3 Quel tunnel di Riquelme
Se ami una persona accetti tutto, anche le cose brutte del suo passato. Mario Yepes, poco più che ventenne, militava nel River Plate e una volta affrontò il Boca Juniors di un ispirato Riquelme. Che lo bullizzò con un tunnel da okitask.
Tra l’altro, lo stesso Yepes qualche anno dopo avrebbe commentato quel tunnel via Twitter. Una risposta onesta, sincera e bella allo stesso tempo:
“Momenti indimenticabili della storia. Cosa ho provato? Sicuramente non ero contento, ma Riquelme ha fatto una grande giocata”.
Ancora non amate Yepes?
#4 Fun Fact: il sosia a Barletta
Yepes, durante una serata con gli amici, può raccontare di essere stato chiamato in causa dal Barletta Calcio, che qualche anno fa ha tesserato un suo sosia cipriota.
#5 Fattore PSG
Mario Yepes, che in Francia si era già messo in mostra col Nantes, ha scelto di andare al PSG quando scegliere di andare al PSG era decisamente una scelta hipster. Con quella maglia nella stagione 2005/2006 ha vinto una Coppa di Francia, e se volete recuperare i suoi migliori interventi durante la finale c’è questo video che riassume “El Partitazo de Yepes”:
#6 Affidabilità
Mario Yepes è il vicino di casa che avverti prima di partire per le vacanze. Il Chievo, non a caso, per due stagioni gli ha affidato la sua porta di casa (ma anche quella di trasferta), e lui l’ha difesa bene, a tratti benissimo (tipo qui). La sensazione (forte) è che, a due anni dal ritiro, Yepes potrebbe ancora far comodo a diverse squadre. Chievo compreso, ovviamente.
#7 Discorso alla Colombia
Che detto così potrebbe sembrare il discorso di un Presidente, e in effetti in quel momento Yepes sembrava posseduto dagli spiriti dei passati presidenti della Colombia:
Oggi abbiamo un grande impegno verso la gente che è qui, verso la gente che è a casa, verso le nostre famiglie e verso il paese. Ma l'impegno più grande è verso noi stessi, fratelli, dobbiamo dimostrare perché cazzo siamo arrivati fin qui! Siamo qui per questo o no? Abbiamo una partita per dimostrarlo, diamo tutto per dimostrare che non riusciranno a vincere! Mettiamocela tutta!
Colombia! Colombia! Colombia!
Motivo bonus - La sbroccata di Mauro Suma
“Una cosa voglio nella vita da ora in poi: l’ingresso in campo di Mario Yepes”