Fridolina Rolfo
Kärlek
Allontanandosi dalla città vecchia di Barcellona, dai suoi intricati vicoli e dalle finestre che si affacciano l’una nell’altra, seguendo il mare che sta ospitando l’American’s Cup, si arriva al Parc Forum. L’architettura modernista di Gaudì lascia spazio a forme brutaliste, dove il cemento sfida la salsedine e migliaia di persone che ogni Giugno si accalcano tra un live e un’altro del Primavera Sound, descrive un altro lato della città catalana. Meno conosciuto forse, ma non per questo meno affascinante e rappresentativo di quello che ora è Barcellona. Tra le piattaforme sul mare, le scalinate razionaliste e le spiagge scaldate dal sole tiepido di fine settembre abbiamo scattato Fridolina Rolfo, giocatrice del Barcelona Femeni e della nazionale svedese, la nuova protagonista di More Than.
Così come Parc Forum, il Barcelona Femeni ha saputo rappresentare un altro lato della squadra blaugrana, diverso ma altrettanto vincente. Anzi ancor più dominante della compagine maschile, anche grazie alla presenza di Rolfo che ha vinto la Champions League 2023 segnando il gol decisivo in finale contro il suo ex-club. “Il Barcelona per me è stato sempre il dream club, è uno dei club di riferimento specialmente per il calcio femminile. Sono soprattutto contenta di come il Barcelona stia investendo nel gioco femminile, perché non tutti i club decidono di farlo, ed a questo livello”.
Più che un club, il Barcelona Femeni è diventato un esempio per tutte le società che vogliono creare un sistema vincente e premiante per le calciatrici e l’intero panorama del calcio femminile. ”Penso che siano dei pionieri in questo senso e mi fa sentire come se ricevessi il rispetto che merito e mi fa venire voglia di restituire ancora di più, alle nuove generazioni di calciatrici che ci vedono come punti di riferimento”. A differenza infatti del calcio maschile, quello femminile non è stato ancora storicizzato ed i cambiamenti sono così veloci da essere visibili anche durante l’arco di una singola carriera. “Sono successe davvero tante cose, è difficile per me anche guardare a ritroso la mia storia e intravedere il sentiero che mi ha portato fin qui” - mi dice Rolfo - “ad esempio quando ero una bambina non avrei mai pensato che sarei diventata una giocatrice di calcio”.
“Pensavo che avrei dovuto lavorare intorno al calcio, magari diventare una fotografa o commentare le partite, perché non pensavo che sarei stata in grado di giocare a livello professionistico, il che è pazzesco. Ora, quando ci penso mi arrabbio e mi chiedo: perché non ci ho pensato?” Per fortuna Rolfo non ha intrapreso una carriera nella fotografia, altrimenti oggi non sarebbe dall’altra parte dell’obiettivo, e non è diventata una speaker allo stadio, ma è scesa in campo diventando una delle migliori calciatrici al mondo. “Allo stesso tempo sono anche felice di aver assistito a questo processo, perché è stato davvero interessante vedere le differenze oggi.” E le differenze sono molte, come racconta proprio Rolfo mentre ci concediamo una pausa dallo shooting in un ristorante sul porticciolo dentro Parc Forum.
“Sono successe davvero tante cose, è difficile per me anche guardare a ritroso la mia storia e intravedere il sentiero che mi ha portato fin qui, ad esempio quando ero una bambina non avrei mai pensato che sarei diventata una giocatrice di calcio”
“Sono successe davvero tante cose, è difficile per me anche guardare a ritroso la mia storia e intravedere il sentiero che mi ha portato fin qui, ad esempio quando ero una bambina non avrei mai pensato che sarei diventata una giocatrice di calcio”
La principale è sicuramente quella che riguarda l’equità salariale e nei diritti, dove però c’è ancora molta strada da fare. “Ad essere onesti, quando parlo con amici e colleghi che lavorano in settori diversi da quello dello sport, mi dicono che il calcio è probabilmente il settore del mondo in cui esiste meno parità, è ancora uno sport dominato dagli uomini ed è pazzesco che sia ancora così nel 2024”. E i passi futuri che deve compiere il calcio femminile sono al centro del discorso di Rolfo, che si sente di avere una forte responsabilità nei confronti delle calciatrici che verranno. “Voglio essere un buon modello per i ragazzi e le ragazze più giovani a cui guardare” confessa. Un sentimento che trova eco anche quando iniziamo a parlare di interessi della sua vita personale, come quello per la moda ed i vestiti che è raccontato nelle fotografie che accompagneranno la nostra chiacchierata.
“Alla fine sono ancora una ragazza scandinava nonostante ora sia qui a Barcellona. Quindi mi piacciono i brand classici come Cos e Arket, e poi ci sono altri marchi di design danese che mi piacciono molto, come ad esempio Ganni, che è uno dei miei preferiti. Mi piacciono molto i colori e loro sanno mixarli piuttosto bene”. Ma il trasferimento a Barcellona ha contribuito anche ad allargare i suoi orizzonti per quanto riguarda il suo stile personale, anche grazie al più classico people watching. “Mi ispiro anche guardando le persone, e ultimamente cerco di comprare tutto in second hand. Con il passare degli anni ho iniziato a interessarmi di più a come essere un essere umano migliore, ad aiutare l'ambiente e il mondo. Quindi, preferisco ora il second hand, è anche molto divertente.”
Il tema della sostenibilità è molto presente nelle parole di Rolfo, associato ad un interesse globale all’uguaglianza ed alla solidarietà anche oltre il mondo del calcio. “Per me è molto importante esprimermi: cosa mi interessa di ciò che reputo importante in questo mondo e cosa posso cambiare? Quindi sono abbastanza aperta sulle cose che ritengo non vadano bene.” E Rolfo nella sua pragmaticità scandinava associa spesso e volentieri le parole con i fatti, spendendosi in prima persona in associazioni umanitarie che usano lo sport per regalare speranze e sorrisi anche nei luoghi più sfortunati. “Quest’estate sono stata in Africa insieme a Plan International, una grande organizzazione, con la quale condivido molti valori. Ed è questo che voglio mostrare, essendo una persona che ha avuto la fortuna di crescere dove sono cresciuta, e che si spende per uguaglianza nello sport. È molto importante per me essere coerente e voglio mostrare chi sono e cosa rappresento”.
Un viaggio che ha cambiato la prospettiva di Rolfo sul suo ruolo di calciatrice e ambasciatrice, ora ancora più consapevole e convinta per questo inizio di stagione con la maglia blaugrana. “Sono così felice di aver avuto l'opportunità di esser stata lì con loro e di averli ispirarli per far capire loro che se si lavora duramente per qualcosa, è possibile raggiungerla anche se si cresce in una zona in cui è davvero difficile uscirne. Ma soprattutto l'incontro con tutte queste ragazze e ragazzi ha ispirato molto me.” Come durante il nostro photoshoot, l’eleganza di Rolfo è la somma di forza e delicatezza, un contrasto esaltato dalle scenografie di Parc Forum. E mentre indossa uno dopo l’altro i look scelti per lei, esce fuori la sua personalità che fa eco nel titolo del nostro editoriale, c’è sempre qualcosa in più oltre l’atleta in campo. “E questa è una delle cose più importanti, non si tratta di essere soltanto una grande calciatrice. Non è il mio obiettivo principale, sento di avere uno scopo più grande.”
Photographer: Pablo Alzaga
Ph. Assistant: Santiago Herranz Gómez-Arnau
Stylist: Tania Morenilla
Stylist Assistant: Maria del mar Tercero
Make Up: Catargiu Ioana
Interview: Lorenzo Bottini