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More Than - Trevoh Chalobah

Freetown Road

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Trevoh Chalobah

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Come possiamo definire il concetto di casa e quello di identità in un mondo in cui la globalizzazione ha diluito i confini, o guerre e povertà che hanno spinto intere etnie a insediarsi a migliaia di chilometri di distanza dalla propria nazione? Sicuramente è un tema complesso e che troverebbe una risposta più completa all’interno di riviste di geopolitica o in salotti TV. In un magazine sportivo possiamo provare ad analizzare come possa modellarsi la personalità e l’identità del nostro target di riferimento, coloro che ammiriamo e che seguiamo con passione: i calciatori, che creano narrazioni personali e peculiari all’interno della macro narrazione che è quella del calcio. Tra queste storie ce ne sono alcune che sono l’esemplificazione di come in una personalità possano convivere elementi del proprio Paese di origine e del paesaggio nel quale si è cresciuti, distanti 5mila Km in linea d’aria. Quella di Trevoh Chalobah è una di quelle storie, il nuovo protagonista di More Than è un Londoner nato a Freetown in Sierra Leone, e su questo asse si è costruita una personalità calcistica fuori dagli schemi, tra religione, moda, tradizioni del proprio paese d’origine e quella dei grandi difensori della storia del calcio inglese.

Sono nato in Sierra Leone ma mi sono trasferito in Inghilterra abbastanza presto per iniziare una nuova vita a Londra perché, sai, ci sono opportunità a quando arrivi qui, sia per la scuola che per il lavoro e ovviamente ho iniziato la scuola qui e sono finito per entrare nel calcio”. Una storia di integrazione comune quella che Chalobah ci racconta all’interno di un loft a North London. Una fase che precede quella in cui poi ha potuto mettere insieme tutti i suoi riferimenti culturali per crearsi una propria dimensione, nella quale ha avuto un ascendente lo stile e l’energia di South East London: “Londra è una delle città più grandi e stimolanti al mondo, così come nello stile. Crescendo da ragazzo del sud-est londinese era tutta una questione di stile, sia che si trattasse di quello calcistico che della moda. È sempre stato importante avere un look cool dove sono cresciuto.”

Il legame tra Sierra Leone e Londra non descrive solo la persona di Trevoh Chalobah e non è concettuale, ma ora parte della storia del Paese africano, sconvolta in epoca recente dalla guerra civile tra il Fronte Unito Rivoluzionario e le forze governative di Joseph Saidu Momoh. Il conflitto, iniziato nel 1991 e concluso nel 2001, ha portato a oltre 50mila vittime e aumentato la povertà del Paese, costringendo molte famiglie a migrare. Molte di queste famiglie hanno trovato uno spazio nel Regno Unito e dal 2001 si è registrato un aumento dell’87% dei nativi della Sierra Leone in Inghilterra, un campione di 8 su 10 risiede ora nell’area metropolitana di Londra, per un totale di 25 mila nuovi cittadini come Trevoh e la sua famiglia:

“La Sierra Leone tuttora influenza la mia vita e le mie abitudini. Grazie al mio Paese ho ricevuto un'educazione umile. Nel luogo da cui provengo ci sono molti duri lavoratori e il fatto di aver portato questo principio da lì a qui è una cosa che rimarrà sempre radicata in me e che sono riuscito a riportare nella mia vita e nella mia carriera calcistica.”

«La Sierra Leone tuttora influenza la mia vita e le mie abitudini. Grazie al mio Paese ho ricevuto un'educazione umile. Nel luogo da cui provengo ci sono molti duri lavoratori e il fatto di aver portato questo principio da lì a qui è una cosa che rimarrà sempre radicata in me»
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«La Sierra Leone tuttora influenza la mia vita e le mie abitudini. Grazie al mio Paese ho ricevuto un'educazione umile. Nel luogo da cui provengo ci sono molti duri lavoratori e il fatto di aver portato questo principio da lì a qui è una cosa che rimarrà sempre radicata in me»
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Le vicende storiche e il passato coloniale della Sierra Leone hanno creato un pattern vario di tradizioni, lingue e culture, che ha tanto in comune con il melting pot londinese dovuto alla globalizzazione. L’attuale difensore del Crystal Palace, continuando a farci scoprire parti della sua storia personale, racconta anche le tradizioni che preferisce della Sierra Leone “le spiagge, il cibo fantastico e”, mentre prende dalla sua borsa una Bibbia, continua dicendo “la fede. Sono di etnia Krio, di cui fa parte una grande comunità cristiana [30% della popolazione ndr], per me la religione è qualcosa di importante”.

L’influenza di Londra e la ricerca dello stile diventano poi l’argomento della conversazione, intervallata dagli scatti, mentre indossa look e accessori che rimandano ai costumi tradizionali sierraleonesi. “Sì, mi è sempre piaciuta la moda. Come ho detto, diventa una cosa importante quando ci si trasferisce a Londra. Crescendo nel Sud Est di Londra, si parla molto di moda, di essere i migliori e di essere cool. E per me si tratta di essere diverso”.

Ma la moda come elaborazione personale e rappresentazione di uno stato d’animo, è anche un fatto di scelte e stimoli esterni improvvisi e imprevedibili. Così è anche per Trevoh: “Cosa scelgo di mettermi dipende da come mi sento quella mattina o quel giorno, o dal tempo. Il tempo influisce molto su ciò che voglio indossare e su come mi sento al mattino, se voglio indossare una tuta o abiti eleganti. Dipende anche dall'occasione.”

Ma l’approccio di Chalobah rispetto alla moda e alla propria immagine di personaggio pubblico, inserita in modo particolare nel mondo del calcio, sempre più influenzato da contaminazioni estetiche che provengono da fuori i propri canoni, rispecchia quello di un'intera generazioni di calciatori: “Calcio e moda sono più connessi, credo che i giovani calciatori siano uno dei motivi di questo fenomeno, perché sono molto concentrati sull'immagine. Grazie alla moda puoi raccontare la tua personalità, chi sei come persona, non solo in campo ma anche fuori. Molti brand stanno collaborando con squadre di calcio perché si sono accorti quanto sia grande il calcio nel mondo e che questo sia uno spazio da sfruttare. I brand grazie al calcio possono promuovere i loro marchi e pensare a belle collaborazioni. Credo che la cosa sia destinata a crescere.”

Trevoh Chalobah continua a posare, mentre risplendono le farfalle applicate sul look Off-White. OW è uno di quei simboli del rapporto tra Londra e la Sierra Leone, infatti a raccogliere l’eredità di Virgil Abloh dal 2024 è stato IB Kamara, nato in Sierra Leone, scappato in Gambia come rifugiato e arrivato a Londra per raccogliere l’energia della città e cercare di trovare uno spazio nella moda attraverso la più grande istituzione del settore: la Central Saint Martins. Trevoh, così come IB Kamara, rappresentano una faccia della stessa medaglia con più punti di osservazione su mondo, un rapporto con il passato e tradizioni ancestrali, ma con un’idea precisa di come si debba provare a costruire il futuro.

Photographer: Holly-Marie Cato
Photographer’s rep: Loo How
Stylist & Art Direction: Algen Hamilton 
Make Up: Riona O’Sullivan
Lighting: Keziah Quarcoo
Digi Tech:
Johnny Fonseca
Interview: Tommaso Berra