Cosa ci voleva dire Cantona nel suo discorso?
Il campione francese non è pazzo e forse siamo noi che non abbiamo capito niente
30 Agosto 2019
Virgil Van Dijk miglior giocatore del 2019, prossima Champions League che prende forma e persino una dichiarazione di stima pubblica e amichevole - non così frequenti - tra Cristiano Ronaldo e Messi. Ieri a Montecarlo c’era tutta l’élite del calcio ma uno dei momenti più spiazzanti della serata è stato il discorso di Eric Cantona, alla consegna dell’UEFA President’s Award.
A stupire non è tanto l’atteggiamento da vate dell’ex campione di Manchester United, Leeds e Marsiglia, piuttosto l'insensatezza delle sue parole, criptiche e sconnesse rispetto al premio e al momento.
Partito con una citazione a William Shakespeare, Cantona è passato poi al processo scientifico, alle cellule e alla vita eterna, concludendo come il più romantico dei poeti inglesi, spostando il discorso sulle disgrazie del mondo e le guerre. Il gelo in sala e qualche risata di imbarazzo - come quella di Pavel Nedved - è stato rotto da freddi applausi, lasciando più di una perplessità e l’impressione che si trattasse solo di una trovata del francese per fare spettacolo. Cantona è però un grande comunicatore ed è più probabile che la sua performance sia stata una grande invettiva contro la UEFA e gli scacchieri politici del calcio moderno. Abbiamo provato a raccogliere alcune teorie, analizzando passo per passo il discorso.
King Eric esordisce citando il Re Lear di Shakespeare, una tragedia scritta nel 1606
“Come le mosche per i ragazzi vivaci, così siamo noi per gli Dei. Ci uccidono per divertimento“.
È probabile che con queste parole Cantona stia criticando la classe politica (gli Dei in questa metafora) nel calcio (UEFA e FIFA). Le mosche sono i calciatori, a partire da Leo Messi e Cristiano Ronaldo che assistono con facce di cera dalla prima fila. Per Cantona i calciatori non hanno potere e forza sufficiente, coloro che sono al comando continueranno ad avere il controllo del gioco per i propri interessi.
“Presto la scienza non solo rallenterà l’invecchiamento delle cellule; presto la scienza; presto la scienza fisserà le cellule nel proprio stato. E così diventeremo eterni.”
Questo passaggio, che sembra in apparenza alleggerire i toni, può essere inteso in due modi. Il primo è quello più scientifico, che critica la nuova figura dell'atleta e un gioco che dipende sempre di più dalla componente fisica (intanto CR7 non sorride). La seconda interpretazione è quella più politica e polemica, rivolta ancora una volta agli organi federali. Le cellule sarebbero la metafora degli obbiettivi dello stato, resi eterni e inattaccabili dalla tecnologia, che reprime la libertà, la fantasia e la spontaneità del calcio. Il gioco di parole e il doppio significato del termine inglese “State” (Stato), potrebbe giustificare questo modo di vedere la cosa.
“Solo gli incidenti, i crimini e le guerre continueranno a ucciderci. Ma sfortunatamente crimini e guerre si moltiplicheranno”
Questo è il lato più pessimista del discorso, che lascia poca speranza sul futuro del calcio, colpito da guerre che le “mosche” non possono sconfiggere.
“I love football”
Chiusura, ancora una volta romantica.
Le parole di Cantona rimandano alla conferenza stampa in cui esordì con questa frase: “Quando i gabbiani seguono il peschereccio, è perché pensano che le sardine verranno gettate in mare”, pronunciata nel 1995, dopo aver vinto l’appello contro la pena detentiva di due settimane per il calcio al tifoso del Crystal Palace. In quel caso i gabbiani erano i giornalisti che in quei mesi avevano allestito un circo mediatico intorno a lui in nome di un successo facile.
Il Cantona 29enne appare molto diverso però da quello che ieri a Montecarlo si è presentato con la barba incolta, la coppola e la camicia sbottonata alla più pettinata cerimonia del calcio mondiale. La sfrontatezza e la teatralità istrionica ieri hanno lasciato spazio a parole indecifrabili, così che i media non potessero crocifiggerlo come nel 1995. Prevalgono quindi solo le risate per quel "bizzarro" vincitore del premio.
Il noto attivismo politico, che porto nel 2012 l’ex numero 7 a chiedere ai sindaci francesi le 500 firme necessarie per la candidatura presidenziale, spiega meglio come il discorso di ieri non si tratti di un banale e improvvisato comizio.
All’epoca l’obbiettivo era di combattere contro il governo delle banche e dei potenti, ora contro la FIFA e la UEFA, per tornare a quel calcio di colletti alzati e Joga Bonito.