Come la Kappa Kombat cambiò l'estetica del calcio
Un modello che ancora oggi influenza la moda e lo sport
24 Gennaio 2023
All’inizio degli anni 2000 Kappa rivoluzionò il mondo del calcio realizzando un modello che andava contro ogni canone estetico. Stiamo parlando della Kombat, la maglia elasticizzata resa celebre dall’Italia a EURO 2000 e che ha introdotto il tessuto stretch sui campi da calcio. Il concept dietro quella maglia era semplice: sfruttare l’elasticità del materiale per permettere ad un calciatore di proseguire nel suo movimento resistendo alle trattenute di un avversario e allo stesso tempo mettere in risalto la trattenuta stessa così che l’arbitro potesse vederla e punirla. Il design rivoluzionario, originariamente, non fu però accolto in maniera calorosa dai giocatori della Nazionale. Emanuele Ostini, l’uomo che per Kappa ha ideato e progettato la Kombat, ha rivelato in diverse interviste che il giorno della prima prova ufficiale a Coverciano con Totti, Del Piero e Cannavaro nessuno dei tre voleva indossarla spaventati da quanto quella maglia fosse attillata. Cannavaro fu il primo a rompere il ghiaccio e Ostini, non appena vide le forme del fisico del difensore esaltate dalla Kombat, gli disse: “Sembri Superman!”. Sì, perché un altro effetto di quella maglia fu rivoluzionare l’immagine dei giocatori, trasformando semplici calciatori in veri e propri atleti dotati di un fisico fuori dal normale.
Dal 2000 ad oggi Kappa ha realizzato molteplici versioni della Kombat, alcune delle quali sono diventati dei veri e propri cult fra gli appassionati come, ad esempio, quella utilizzata dalla Roma in Champions League nella stagione 2001/02 oppure la storica divisa dell’Auxerre sponsorizzata PlayStation. Ci sono state delle maglie in cui il concetto dello stretch è stato portato all’estremo, come la seamless ovvero una divisa senza cuciture indossata dal Napoli nella stagione 2016/17, mentre in questa stagione uno dei modelli più apprezzati è stato quello realizzato per il Monaco in collaborazione Drôle de Monsieu.
Il successo della Kombat non va però misurato solo nel modo in cui ha rivoluzionato l’estetica calcistica, mettendo di fatto al bando le divise larghe che avevano caratterizzato gli anni ’90. L’influenza dell’azzardo corso da Kappa è infatti ben visibile nelle collezioni dei marchi più famosi, non tanto per il concetto della maglia attillata quanto per l’utilizzo dello stretch. Dolce&Gabbana ne ha fatto ormai un tratto distintivo. Giusto per citare alcuni degli esempi più recenti, per la collezione 2022 ha realizzato un cargo da uomo in cotone stretch divenuto punto di riferimento nel rilancio di questo tipo di pantalone mentre per il 2023 ha creato un tubino nero aderente e morbido realizzato in cady stretch che in un lampo si è imposto come uno dei suoi capi più eleganti. Più in generale da anni l’azienda sfrutta lo stretch per mettere la praticità al servizio dello stile, un dogma seguito anche Diesel. Se cercate la parola stretch sul sito ufficiale dell’azienda, verrete rimandati a 708 prodotti. Renzo Rosso ha deciso di puntarci così tanto da utilizzarlo praticamente in ogni suo modello di jeans sfruttando l’elasticità del tessuto per esaltare il concetto di comodità.
La rivoluzione di Kombat, però, non è ancora finita. Proprio come a inizio anni 2000 le maglie attillate firmate Kappa hanno sovvertito l’estetica sui campi da calcio, non è da escludere che questo modello possa portare ad una nuova tendenza anche nel 2023. Le maglie da calcio nell’ultimo anno sono state infatti al centro del block core, un fashion trend nato su TikTok caratterizzato da un look apparentemente casuale in cui si abbinano jeans slavati a vecchie maglie da gioco con forme morbide, un fenomeno che ha trovato in Hector Bellerin il suo testimonial più importante. Kappa è stato al centro di questo trend sia perché Bellerin nella scorsa stagione è stato immortalato con una maglia retrò del Betis Siviglia, squadra sponsorizzata dall’azienda di Torino, sia perché le maglie di Manchester City e Barcellona realizzate da Kappa negli anni ’90 sono state fra le più gettonate fra chi ha aderito al block core. L’evoluzione di questo trend potrebbe portare ad un’inversione di tendenza rappresentata proprio dalla Kombat, un passaggio a maglie più aderenti sfruttando anche l’onda lunga del Y2K ovvero la riproposizione dello stile anni 2000 per la Gen Z. E nel calcio nulla rappresenta al meglio gli anni 2000 quanto le maglie attillate di Kappa.