Kevin Durant - The Importance Of Being Second
do the right thing
31 Gennaio 2014
Molte volte, in ambito sportivo, si abusa del termine straordinario. Si tende a sfruttarlo troppo, rendendolo di conseguenza non cosi fuori dal normale. Tutto ciò va a discapito di momenti, come quello attuale di Kevin Durant, dove davvero qualcosa fuori dall’ordinario sta accadendo.
Nato 25 anni fa a Washington, Kevin non ha avuto un’infanzia facile, non ha praticamente mai conosciuto suo padre, ed è stato tirato su dalla madre e da nonna Barbara, si perché non sarebbe una vera storia NBA senza una nonna dalla personalità forte, sempre pronta a consolarlo, come quella volta in cui KD si lamentava di essere troppo alto (e per questo trattato diversamente dai compagni e maestri). E' stata lei a a dirgli “non temere, un giorno questa altezza sarà una benedizione”.
Guardatelo oggi, 2,06 m per 107 kg, magro per davvero per gli standard NBA, ma con una forza fisica che anche quelli di ESPN stanno ancora provando a spiegare. Un rilascio della palla leggero, un crossover sublime, ed una coordinazione e convinzione nei proprio mezzi davvero difficile da concepire.
E’ uno che impara in fretta Kevin, riesce a far sue quelle che ritiene essere le migliori tecniche degli avversari, ad assimilarle e migliorarle. Ha imparato anche ad essere il numero due, non ad accettarlo sia chiaro, ma a prendere il meglio da questa situazione. Sembra davvero che essere secondo sia nel destino del ragazzo che è andato al collage ad Austin, secondo miglior prospetto nazionale proprio ai tempi del Texas, seconda scelta assoluta al Draft nel 2007, è arrivato secondo nell’unica volta in cui è riuscito ad arrivare in finale (nel 2011/2012) , secondo in 3 delle quattro volte che Lebron ha vinto il premio di MVP della stagione.
Arriviamo al punto: LeBron James. Come molte volte capita nella storia dello sport c’è qualcuno che nasce semplicemente nell’epoca sbagliata. Senza il Re, K-Smoove sarebbe indiscutibilmente il miglior giocatore della lega, come ha dimostrato nel mese di Gennaio 2014. 12 partite al di sopra dei trenta punti, circa 38 punti di media e una percentuale al tiro imbarazzante. Senza Westbrook, solo al comando. In un articolo comparso qualche mese fa su SLAM dal titolo emblematico “The King and I” Durant ha ammesso (come pure in altre interviste) di essere “amico” e di rispettare tantissimo Bron, che due si sono anche allenati tanto insieme nell’anno del lock-out., pensate che spettacolo.