Lorenzo
Lucca
"It's time to shine"
La gioia del primo gol non si scorda mai, specialmente quando segna un nuovo importantissimo capitolo della propria carriera. E così Lorenzo Lucca dopo aver realizzato il suo primo gol con la maglia dell’Ajax esulta riportando il pallone a centrocampo. Al primo pallone toccato durante il big match contro il PSV, la sua zampata in area di rigore ha ridato vita ai lancieri e definitivamente fatto sbocciare il giovane italiano, primo azzurro a vestire la maglia biancorossa della squadra di Amsterdam. Una storia di ambizione e talento che abbiamo scelto di raccontare in questo More Than. Era inizio agosto, quando in Italia non si faceva altro che parlare dei possibili colpi di mercato delle squadre più blasonate, dal Milan intento a chiudere la trattativa per Charles De Ketelaere mentre l’Inter corteggiava sia Dybala e Lukaku e la Juventus portava a Torino Pogba e Di Maria. Allo stesso tempo Lorenzo Lucca, dopo i gol segnati a grappoli con le maglie di Palermo e Pisa, era stato accostato nel corso dell’estate ad ogni possibile squadra di Serie A. Tra tutte però, a sorpresa, alla fine è spuntato l’Ajax, che ha deciso di investire su uno degli attaccanti più intriganti della nuova generazione italiana.
“Sicuramente quando è arrivata la chiamata dell’Ajax non ho dubitato ad accettare e probabilmente questa cosa che sono il primo italiano che gioca nell’Ajax non l’ho ancora metabolizzata. Sono tranquillo e sereno, voglio solo cercare di lavorare bene qui e migliorarmi.” Lorenzo Luca ha 22 anni, supera i due metri ed è il classico centravanti sul quale lanciare sempre il pallone, la diga su cui appoggiare il gioco e contro cui i difensori avversari rimbalzano. Un calciatore molto diverso da quelli solitamente cresciuti nella scuola dei lancieri, e per questo un progetto affascinante. Lucca è il primo italiano a firmare per la squadra della capitale olandese, uno dei club più distinti al mondo per la loro estetica e filosofia di gioco."Ovviamente, con tutto rispetto per dove giocavo prima, non è paragonabile all’Ajax. C’è molta più qualità qui, velocità di gioco. Tante persone in Italia dicono che gli italiani fanno fatica ad andare all’estero ma io volevo accettare questa sfida e dimostrare a me stesso di potercela fare.”
Una squadra dove pian piano Lorenzo Lucca sta trovando la sua dimensione, come ci ha raccontato seduto ad un tavolo del Café 't Smalle, il classico pub olandese situato nel quartiere di Jordaan. Un club che ha sempre avuto un fascino e una tradizione impareggiabili, resi immortali dai campioni e dalle maglie che hanno contraddistinto un secolo e più di storia calcistica. Non soltanto la classica divisa bianca con la grossa banda rossa verticale, introdotta nel lontano 1911 quando i lancieri approdarono in Eredivisie e dovettero cambiare la propria maglia, in origine nera e rossa, a causa della somiglianza con la divisa dello Sparta Rotterdam: la squadra di Amsterdam ne ha vestite di tutti i colori e con tutte le fantasie, a righe, con le tre X simbolo della capitale, con pattern geometrici e camouflage, con i Three Little Birds dedicati a Bob Marley - oppure l'ultima in ordine di tempo - realizzata in collaborazione con Daily Paper.
Un sentimento d’appartenenza che lui stesso ha provato quando per la prima volta, in quello stadio sempre gremito di gente, ha indossato la maglia dell’Ajax. “È una maglia storica, è sicuramente la migliore tra quelle con cui ho giocato. La terza è la mia preferita, quando giochiamo la porto sempre a casa visto che non la usiamo così spesso.” Una maglia unica che rende omaggio ai famigerati campi da calcio cittadini di Amsterdam, i "pleintjes" in olandese, che sono stati a lungo il terreno di formazione per leggende, icone e attuali stelle nascenti del club. Perché oltre la sua estetica, l’Ajax è da sempre una scuola inimitabile di calcio, un luogo di formazione nel quale sono stati forgiati talenti splendenti che poi sono andati in giro per il mondo conquistando pubblico, trofei e record. Ma oltre a quella dei Godenzonen, Lorenzo Lucca alla nostra domanda se c’è un’altra maglia a cui è particolarmente più legato esteticamente risponde quasi di getto, senza aver nessun dubbio: “quella del Real Madrid tutta bianca! Classica e senza troppo bisogno di dettagli particolari. Poi al di là della questione estetica rappresenta la storia del Real Madrid.”
“Quando è arrivata la chiamata dell’Ajax non ho avuto dubbi ad accettare e questa cosa che sono il primo italiano a giocare qui non l’ho ancora metabolizzata.”
Estetica semplice ma decisa proprio come la sua, “i miei outfit non sono così particolari però mi piace aggiungere dei pezzi fuori dall’ordinario, tipo le sneakers come le Louis Vuitton Trainer, la colorway bianca e fuchsia, la mia sneaker rotation è formata da molte scarpe.” E anche se Amsterdam non è conosciuta come una delle capitali della moda europea, Parigi e Milano, la città olandese è molto attiva e moderna nel campo della moda e soprattutto del design. Uno stile che rispecchia in parte il suo modo di giocare ed in linea con la città dove la città secondo un’antica legge che regolamentava e penalizzava le case molto larghe sono costruiti in altezza, proprio come lui, un attaccante fuori dagli schemi e alto più di due metri. Ma nonostante le analogie, l’attenzione di Lorenzo Lucca è tutta rivolta verso il campo da gioco: “non penso che l'Olanda possa arrivare ad influenzare il mio stile personale! Non dipende da che città vivo o quale nazione. Anche perché qua a differenza degli italiani forse ci pensano un po’ meno alla moda.” L’unico infatti a distinguersi tra i suoi compagni di spogliatoio - come ci ha confessato lo stesso attaccante italiano infatti - è Dušan Tadic, il trequartista serbo e capitano della formazione olandese: “più o meno ci vestiamo tutti in modo simile, però Dusan arriva vestito sempre un po’ più elegante, come se dovesse andare ad una cena importante.” Un aspetto curato ma senza eccessive formalità anche se l’Ajax si è sempre affermata, specialmente nelle ultime stagioni, come una delle formazioni più cool nel panorama europeo, capace di sorprendere addetti ai lavori e non con le sue collaborazioni con brand fashion e la sua estetica da sempre molto riconoscibile. Un aspetto che però l’attaccante italiano in Olanda ha notato specialmente nella sua esperienza a Brescia, quando ancora militava nelle giovanili dello storico club lombardo: “Una città non è così grande ma è vicina a Milano, in giro i ragazzi si vestono bene, seguono la moda.”
E nonostante quello verso la moda sia un interesse radicato e continuo, Lucca ha alcuni sogni nel cassetto a cui non intende rinunciare, progetti futuri con il calcio ovviamente sempre protagonista: “in tutte le interviste che ho fatto non ho mai detto cosa volessi fare, però mi son sempre posto degli obiettivi dentro la mia testa: sicuramente giocare in Nazionale (maggiore) sarebbe un grande sogno, ma ora penso a lavorare per raggiungere questo obiettivo. Se devo guardare invece più lontano a fine carriera al momento mi vedo ancora dentro al mondo del calcio, ci sono tanti ruoli come allenatore o direttore sportivo. Dipenderà da cosa sono più portato a fare”. Insomma per tutto il resto c’è ancora tempo, ora conferme e dimostrare di aver scelto la via giusta. Una strada quella intrapresa senza ombra di dubbio piena di insidie, ma che potrebbe donare al 22enne italiano una grande chance internazionale, in attesa di consacrarsi e splendere una volta per tutte.
Ringraziamenti speciali al Café ’t Smalle, Amsterdam.
Talent: Lorenzo Lucca
Photographer: Nicola Baratto
Stylist: Alessandro Benvenuti
MUA: Britt Breider
Photographer Assistant: Giovanni Salice
Interview: Emanuele Mattia D'Angelo
Production: nss factory