Nessuno può fare più a meno delle sciarpe da calcio
La strana traiettoria della football scarf, dalle curve all’alta moda per poi entrare in qualsiasi lookbook
23 Aprile 2022
C’erano una volta le sciarpate, centinaia di migliaia di tifosi, l’uno sopra l’altro a stirare il più possibile le rispettive sciarpe di club per creare un muro di colori e loghi che dava l’impressione di cadere in campo. Nelle curve erano un item pratico, per difendersi dal grande freddo e dal vento, e coreografico, per sventolare il sostegno verso la propria squadra del cuore. Nella moda sono diventate un must have per qualsiasi shooting, l’accessorio necessario per elevare la capsule collection in questione al rango di fashion. Nell’esplosione delle collaborazioni tra club sportivi e marchi sia di sportswear che di high fashion nessuno resiste all’inserirne una.
Ora ogni occasione è buona per realizzare una sciarpa, che sia per un’occasione di beneficenza, per suggellare una collezione particolare o semplicemente per far passare un messaggio con un bel testo diretto e in caps lock. Più divertente e ricercata di una t-shirt, meno costosa e esigente di una felpa, è il perfetto accessorio da associare ad ogni outfit. È uno statement, inquadra immediatamente la categoria di chi la indossa come deve fare appunto la sciarpa di una squadra di calcio. Sei dei nostri o sei degli altri.
Un trend iniziato nel 2017 grazie alle Footballs Scarves di Gosha e Demna, per poi prendersi tutto il resto del mondo della moda. Infatti a breve giro di posto hanno seguito il trend Off-White, con una sciarpa con le celebri frecce, e Burberry, ispirata alla tradizione dei club inglesi. Un successo inarrestabile che ha in pochi anni attraversato le varie fasi del percorso che qualsiasi oggetto compie normalizzandosi, passando dalle passerelle alla quotidianità. Solamente che in questo caso è stato effettuato un giro completo, partendo dalle tribune per poi tornarci, caricati però da un nuovo status e vitalità.
Da quelle di Y-3 per il Real Madrid e quelle di Andrew Saville per il Manchester United, per non parlare ovviamente della serie di sciarpe realizzate dal Paris Saint-Germain che, tenendo fede al proprio marchio, ne ha rilasciate in breve sequenza in collaborazione con .3Paradis, Fly Nowhere ed una dentro la collezione in occasione del nono Pallone d’Oro vinto da Lionel Messi. E poi quella del Venezia nel Rain Pack per difendersi dalle precipitazioni al Pier Luigi Penzo, quella per il Lunar Pack della AS Roma in occasione del Capodanno Cinese, quella della collaborazione tra la Nazionale danese con BLS Hafnia insieme a Hummel, quella dell’Inter “I M Winner” per la vittoria dello scudetto e molte altre ancora.
Le sciarpe da calcio non sorprendono più, anzi sorprenderebbe di più la loro eventuale assenza in una collezione. Sono l’item che chiude ogni elenco nei comunicati stampa dei brand e la prima slide della photogallery, e anche l’accessorio in cima alle vendite. Hanno fatto il giro, sono partite dagli stadi per poi tornarci, godendosi il nuovo status acquistato nel viaggio. Sono la validazione di un processo che ha normalizzato l’estetica calcio nella vita di tutti i giorni, imponendo nel percorso un carattere identitario e di comunità che sia lo sport che la moda cercano di intercettare oggigiorno.