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La rivalità tra adidas e PUMA attraverso gli scarpini di Pelè

Un'inquadratura televisiva che generò molti problemi

La rivalità tra adidas e PUMA attraverso gli scarpini di Pelè  Un'inquadratura televisiva che generò molti problemi

Siamo nel 1970, tutti gli occhi sono puntati su unico e grande giocatore con la maglia verdeoro del Brasile, Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento. È uno dei giocatori più forti e temuti al mondo ed è normale che gli occhi degli spettatori e quelli elettronici non ancora così moderni, inquadrino e stiano ben attenti sul numero dieci verde e oro. Pelé era al suo quarto mondiale, i primi due vinti da protagonista e il terzo, quello in Inghilterra nel 1966 dove si era infortunato. O'Rey era una superstar affermata, la prima del calcio moderno che lui aveva contribuito in modo fondamentale nel modellare, ed era l'oggetto del desiderio di ogni brand e sponsor possibile. E proprio da quel calcio d'inizio, da quella frenetica attesa, da quel gesto, è riuscito cambiare alcune dinamiche che pensavamo immutabili, come il rapporto tra due sponsor e due fratelli, Adi e Rudolf Dassler

Quella la partita segnerà la definitiva rottura del patto di non belligeranza tra i due fratelli, proprietari rispettivamente di adidas e PUMARudolf Dassler era riuscito nell'intento di convincere Pelé, che all'epoca era sponsorizzato dal brand del felino, nel richiamare l'attenzione dell'arbitro ad inizio partita per gli scarpini. Come mostra il video, il campione verdeoro prima del fischio d'inizio si china e si prende pochi secondi per allacciarsi gli scarpini, un paio di PUMA King. Un gesto che il cameramen, anch'esso si dice assoldato da Rudolf, non si fa sfuggire, tenendo fisso l'obiettivo sulle mani e le scarpe del fuoriclasse brasiliano. Una mossa di marketing che negli anni '70 potremmo senza ombra di dubbio definire geniale e da cui PUMA riuscì a trarne grande beneficio. Si dice che Pelé venne pagato 120.000 dollari per quel gesto in mondovisione.

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Da quel momento infatti le vendite di PUMA salirono alle stelle attraverso una mossa alquanto semplice ma destinata, visto il blasone e l'importanza di un giocatore come Pelé, ad essere ricordata ancora oggi. Una trovata che però ha avuto anche i suoi risvolti negativi. Come detto tra adidas e PUMA c'era un patto, ovvero quello di non puntare su O'Rey per evitare una guerra a colpi di rilanci che non avrebbe fatto bene a nessuna delle due aziende. L'accordo quindi tra Pelé e Rudolf Dassler fu di fatto la causa scatenante che mandò in fumo la relazione dei due fratelli, iniziando una rivalità ancora molto sentita presso la città di Herzogenaurach.