La Liga bannerà gli sponsor delle società di scommesse dalle maglie
Il divieto verrà esteso anche alle TV, alle pubblicità di campo e ai centri d'allenamento
09 Luglio 2020
"La sponsorizzazione di maglie o kit sportivi non sarà ammissibile". La dichiarazione decisa e che non lascia fraintendimenti fa riferimento alle pubblicità di scommesse nel mondo del calcio, che nella Liga spagnola hanno i giorni contati.
Il Governo ed il Ministero degli Affari dei Consumatori spagnolo stanno infatti preparando una nuova norma sulle sponsorizzazioni che proibirà l'esposizione dei brand delle società di scommesse sulle divise da gioco e negli stadi, mirando a rafforzare ciò che era già stato presentato alla fine di febbraio nel tentativo di colmare il divario normativo nella legge 13/2011.
Prima della pandemia infatti il governo aveva raggiunto un accordo con gli uomini del settore per sopprimere la cosiddetta ''U televisiva'' - la pubblicità sui led intorno al campo -, limitando gli annunci che riguardano il gioco d'azzardo alle trasmissioni che iniziano dopo le ore 20:00. In più sarà introdotta la restrizione della pubblicità in televisione e sui media digitali - come YouTube - che saranno limitate alla fascia oraria che va dalla 1 alle 5 del mattino, come è successo tra marzo e giugno.
Ma con la nuova regolamentazione, nessuna squadra, dilettante o professionista, potrà più indossare una divisa che riporti il brand di un bookmaker, sulla parte frontale, sulla manica, sul retro o sui pantaloncini. Il progetto è stato inviato ieri alla Commissione europea per la sua valutazione e, in seguito, dovrà essere presentato al Congresso dei Deputati per la sua approvazione.
Accanto all'elenco delle limitazioni relative alle società, il divieto è stato esteso alle celebrities - che non potranno più promuovere questo tipo di pubblicità con la loro immagine - e agli stadi e ai centri di allenamento che non potranno più esporre il nome degli operatori di scommesse.
Siviglia, Valencia, Osasuna, Levante, Leganés, Alaves, Granada e Maiorca saranno le più colpite dal progetto, poiché i bookmaker sono i principali sponsor delle loro maglie; nella nostra serie A il problema non si presenterebbe, visto che nessuna squadra ha firmato dei contratti di sponsorizzazione con delle società di scommesse, a differenza della Premier League dove il 50% delle squadre - tra cui West Ham, Aston Villa, Everton e Newcastle - ha stipulato accordi con dei ''gambling partners'' per un ritorno economico pari a 349,1 milioni di sterline.